I figli di Rebecca

19 luglio 2014

Non è il deserto che pioggia non rispetta
Un eucalipto cresciuto troppo in fretta
Non è mio padre rotondo e brizzolato
Né la mia mamma che corre in mezzo a un prato

Non è un artista vestito da Caino
Né un passaporto per giungere a Pechino
Forse la fiamma che brucia nel mio cuore
Forse il pretesto per richiamarlo amore

Sono due figli che arrivano dal mare
Tecnicamente un parto gemellare
Sono due figli, non li aspettavo più
Giacobbe il primo e l’altro Esaù

Non è la lebbra che toglie anche il respiro
Un mamelucco che dorme come un ghiro
Non è la gente che mastica pazienza
Preludio al tempo della benevolenza

Non è la legge del deuteronomio
Né la pelliccia di un agile glaucomio
Gerusalemme che arride alla pianura
L’Apocalisse terribile sventura

Sono due figli che arrivano dal mare
Tecnicamente un parto gemellare
Sono due figli, non li aspettavo più
Giacobbe il primo e l’altro Esaù

Non è lo sguardo di un demone che tenta
Né l’arroganza di un tuono o una tormenta
Non è la Torah di un figlio askenazita
Un candelabro che ha perso le sue dita

Non è pensare alla guerra con passione
Scaduto è il tempo della rivoluzione
Non è uno scherzo la primogenitura
Solo pensarlo fa già una gran paura

2014


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